Questo libro è tra i 12 Candidati allo Strega 2016.
Corsignano
sembra reale ma non lo è, così come Andrea, Amedeo, Walter, Agnese e il
cinghiale Apperbohr non lo sono. È immaginazione, finzione, una storia
scaturita dalla talentuosa penna di Giordano Meacci. Che gran bella
storia però!Il cinghiale del titolo, Apperbohr appunto (o per “gli Alti sulle Zampe” Cinghiarossa), un giorno riceve in dono la possibilità di capire gli uomini, i loro discorsi, i sentimenti, le canzoni che ascoltano, i demoni che temono, le loro gioie e anche il dono di pensare in maniera complessa, di riuscire ad organizzare con il suo gruppo scorribande per l'approvvigionamento, con metodo e precisione. Scorribande che tra l'estate del 1999 e l'autunno del 2000 vanno a sconvolgere quella che sembra la tranquilla vita degli abitanti di Corsignano. Ma tranquilli i corsignanesi non lo sono, ognuno di loro è alle prese con una battaglia: l'innamoramento, il gioco d'azzardo, il divorzio, strani traffici di mangimi alla diossina.
Tutto inventato, ma raccontato e descritto talmente bene da farti pensare “Domenica faccio una gita in Toscana e visito 'sta Corsignano!”. Il paese insieme al cinghiale è il grande protagonista, le piccole strade, le antiche abitazioni del centro storico, leggendo ci sembra di passeggiare per quei vicoli, di poter mettere una mano sulla spalla di Amedeo per consolarlo della grande perdita al gioco, di parlare con la vecchia Antonia e di chiederle la ricetta del cinghiale marinato o di incontrare Apperbohr e fissarlo negli occhi e capire che non c'è nulla da temere.
Il tutto condito da citazioni letterarie, musicali, cinematografiche, incisi scientifici e soprattutto dal cinghialese, il linguaggio dei compagni di Apperbohr inventato di sana pianta dall'autore (alla fine del romanzo si trova un prontuario cinghialese per approfondimenti!).
Con quali aggettivi descriverei il romanzo? Emozionante, curioso, divertente, commovente, surreale, a tratti complesso, poetico...potrei continuare ma a differenza del romanzo vi annoierei!
Dopo i suoi saggi su Pasolini e la collaborazione alla sceneggiatura di “Non essere cattivo” (film di Claudio Caligari”) che Giordano Meacci avesse talento da vendere l'avevamo già capito; con il romanzo “Il cinghiale che uccise Liberty valance” ce lo ha solo confermato.