“Il tempo dell'attesa”, secondo capitolo della Saga dei Cazalet di
Elizabeth Jane Howard, non delude. Alla fine de “Gli anni della
leggerezza” avevamo lasciato la famiglia Cazalet poco prima dell'inizio
della seconda guerra mondiale; li ritroviamo nel secondo alle prese con
l'ufficiale entrata in guerra della Gran Bretagna.
Leggiamo di
circa due anni di vita dei protagonisti, la scrittrice ci accompagna con
mano decisa e ci racconta la loro crescita, i cambiamenti, le gioie, i
dolori, le delusioni.
La capacità della Howard di farci entrare
nelle vite dei suoi personaggi è assoluta. Al termine del primo romanzo
sembrava quasi di salutare un caro amico con la promessa di rivedersi
presto e così è stato, ritrovarli tutti (Villy, Louise, Rupert...) ne
“Il tempo dell'attesa” è stato entusiasmante.
Naturalmente anche
la guerra in questo caso è una grande protagonista, non poteva essere
altrimenti, ma non ritroviamo racconti di battaglie e strategie, quello
che viene sottolineato è il modo in cui ognuno dei protagonisti
reagisce, come ognuno di loro modifica o meno la propria vita o la
propria visione del mondo in funzione di eventi tragici.
Alla fine
di questo secondo volume la casa editrice Fazi ha riportato un saggio
di Hilary Mantel riguardante la Howard. È illuminante, la Mantel
stravede per i romanzi di “Jane”, ne consiglia la lettura ai suoi
allievi del corso di scrittura, ne esalta le doti narrative. La paragona
a Jane Austen per il fatto di essere una scrittrice donna che racconta
di donne nella loro quotidianità, per questo forse snobbata dai più.
Alcuni scrittori sono un patrimonio inestimabile, danno voce nei loro
libri a ciò che molti lettori non hanno la capacità di esprimere,
personalmente lo trovo confortante, non ci sono vite banali, ognuno ha
la sua ma in pochi riescono a raccontarla sinceramente. La Howard ci è
riuscita...aspettiamo il terzo volume della saga e gli altri suoi
romanzi con impazienza.