martedì 11 ottobre 2016

“Le ragazze” di Emma Cline – Giulio Einaudi editore

“Le ragazze” di Emma Cline – Giulio Einaudi editore
“Un sacco di giovani scappavano di casa: all'epoca lo si poteva fare anche soltanto per noia. Non serviva neppure una tragedia”
Avere quattordici anni è difficile, si vive in un limbo dal quale sembra non usciremo mai: non siamo più bambini ma neanche adulti, il nostro corpo cambia nel giro di pochissimo, ciò che prima ci entusiasmava ora ci annoia, i genitori non sono più i nostri eroi e l'amica del cuore non ci soddisfa più.
È un momento importante nella vita e, probabilmente, viverlo in California sul finire degli anni '60 del novecento lo rendeva ancora più complicato.
Durante l'estate del 1969, quando i movimenti hippies della Summer of Love avevano preso già pieno possesso di San Francisco ma si andavano affievolendo, Evie, la protagonista del romanzo, ha quattordici anni e li sta vivendo come tutti. Nella sua vita però entrano “Le ragazze”, giovani donne che, abbandonate le loro famiglie, hanno deciso di vivere tutte insieme in una comune sotto lo sguardo vigile del “capofamiglia” Russell.
Da quel momento la vita di Evie cambia completamente, quando i suoi occhi incrociano quelli di  Suzanne, bella, altera, sicura di sé ma con un oceano profondo di rabbia e tristezza.
La storia della giovane Evie ci viene narrata come ricordo da una Evie adulta, che si fa domande, che cerca ancora delle risposte a tanti “e se...?”: e se quella notte Suzanne mi avesse portata con loro? E se avessi avuto la possibilità di uccidere qualcuno, l'avrei fatto?
Sì, uccidere, perché il romanzo della giovane Emma Cline si riferisce alle “ragazze”  della “Manson family”, quel Charles Manson che con i suoi seguaci ha sconvolto la California uccidendo tra gli altri Sharon Tate, la moglie incinta del regista Roman Polanski.
La differenza con altri libri scritti sull'argomento è che il fatto in sé stesso è quasi una tragedia sullo sfondo; il vero  protagonista del romanzo è il disagio adolescenziale, la fragilità dei quattordici anni, che cosa siamo disposti a credere e fare pur di sentirci grandi, importanti, al centro dell'universo.
Una voce giovane ma molto matura quella della Cline, che racconta sì un momento particolare della storia del suo paese, analizzando però un'età che è propria di tutte le vite e di tutti paesi con sorprendente lucidità.
Ci auguriamo continui così!