Teorema dell'incompletezza
di Valerio Callieri
Due fratelli, due uomini,
l'ordine e il caos, un padre ucciso nel suo bar durante una rapina con una
beretta, dubbi sul vero assassino che vengono a galla sette anni dopo, gli
antipodi che si avvicinano per scoprire la verità.
Il romanzo d'esordio di Valerio
Callieri (Premio Calvino 2015) è per la maggior parte narrato in prima persona
da uno dei due fratelli, non il poliziotto Tito, l'altro, Chicchè per le
signore di Centocelle, mente brillante, intelligente, sarcastico, disturbato
nei suoi ragionamenti da delle cavallette battagliere che mettono in dubbio
ogni suo pensiero, cattive consigliere, fastidiose conviventi, apparse dopo
giorni di assunzione incontrollata di droghe. L'elaborazione del lutto è un
processo del tutto soggettivo e Chicchè ha deciso di superare la morte del
padre allontanandosi dalla realtà, negando che gliene importi qualcosa; le
droghe, quindi le allucinazioni, quindi le cavallette. Il suo atteggiamento
riguardo la morte del padre viene messo in discussione dopo il ritrovamento di
una cornice rubata durante la rapina al bar, una cornice che per anni era stata
appesa su un muro dietro la cassa, una cornice che non custodiva una foto ma le
medaglie dei tre scudetti della Roma. Esaminandola attentamente insieme alla
sua amica Elena, esperta di informatica e appassionata matematica, trovano
un'incisione in codice: non lasciarmi sola Clelia 1979.
Questo evento scatena le
cavallette nella sua testa e genera un evento inspiegabile: inizia ad
avere delle visioni del padre che, come non ha mai fatto da vivo, gli racconta
la sua storia, da quando da piccolo in “trasferta” da Centocelle si ritrovò in
una casa in Prati e rubò la prima delle tre medaglie custodite nella cornice,
fino alla sera della sua morte. Nonostante da anni i due fratelli non si
frequentino, informa Tito dell'incisione sulla cornice ma lui sa già qualcosa.
Tito è un poliziotto e ha avuto in eredità dal padre un grande amico,
Pierpaolo, che lo ha già informato su Clelia chiedendogli di indagare senza
però fare troppo rumore. Tito è integerrimo, crede fermamente nel suo lavoro,
nella giustizia, nel sistema; lui durante il G8 di Genova nella caserma di
Bolzaneto ha seguito il sistema, lo conferma e lo difende.
Entrambi separatamente iniziano
ad indagare, l'uno in maniera istituzionale, l'altro con visioni, deduzioni
matematiche; l'uno, il poliziotto, nella Torino dove il padre è stato un
giovane operaio in Fiat, l'altro nella
Centocelle dove il padre è tornato per ricostruire la sua vita.
Si scoperchia il classico vaso di
Pandora: attraverso le indagini dei due fratelli, Callieri ci racconta
sessant'anni di storia italiana: le lotte operaie, le Brigate Rosse, i troppi
morti senza sepoltura degli anni di piombo, il caso Moro e soprattutto il
memoriale che Moro ha scritto in prigionia. E il G8 di Genova, la Tav, le logge
massoniche tutto quello che ha segnato la nostra storia recente.
Tutto per arrivare ad una
verità, ma la verità non è mai assoluta e Callieri ce lo spiega attraverso la
brillante voce matematica di Elena con il “teorema dell'incompletezza” di Gödel
(dovete leggerlo per capire, se provassi io a spiegarlo “mi uscirebbe il cervello dal naso” come a
Chicchè!).
Citazioni letterarie,
filosofiche, matematiche, la musica di Springsteen, la nostra Storia , per
la quale la ricerca è stata evidentemente imponente e precisa, e soprattutto
Roma, tanta Roma, bella, seducente, nostalgica. Questi gli elementi che insieme
a dei personaggi definiti e ben descritti fanno del romanzo d'esordio di
Valerio Callieri, un romanzo da leggere, gustare, rileggere e far decantare. La
scrittura a tratti complessa, ci riporta pensieri ed emozioni dei protagonisti,
ma se riusciamo ad abbattere le cavallette, alla fine tutto sarà chiaro...forse!